Il commento di Pierfranco Bruni

Il commento di Pierfranco Bruni
scrittore, giornalista, saggista, archeologo
responsabile MiBACT del progetto di studio sulle Presenze minoritarie in Italia.


Pierfranco Bruni


Anna Montella oltre l’oblò. 
I Racconti per viverli raccontandosi

(...) Un viaggio che è esistenziale questo della Montella, ma si pone un percorso, dal punto di vista critico, che è quello letterario e antropologico. (...)



Mi sono chiesto e mi chiedo perché guardare il mondo da un oblò. Come si vede? E come chi abita oltre l’oblò riesce a catturare i nostri sguardi? Di sguardi è fatto il tempo che abbiamo abitato e che ci abita.
I Racconti di Anna Montella sono immaginari di un sogno che sprofondato nella realtà ridiventa sogno e immaginario con un vocabolario che è tratteggiamento onirico, ma anche superamento dell’incipit trasognante per leggere la realtà oltre il cammino nel buio.
Certo, c’è una costante lezione che è quella della meditazione. Contemplante meditazione. Il viaggio onirico ha un orientale approcciare la parola alla sensualità del tempo. Penetrare il tempo con il cielo. Mi sembra una metafora che incornicia il quadro della ricerca straordinariamente innovativa di Anna Montella. 
Fa i conti con l’orologio, con la clessidra e con una sveglia che non ha, come l’orologio, alcuna lancetta.
Il tempo non esiste? Il tempo è un giocare con l’ironia e con l’essere delle nostre non conoscenze. Ogni nostra non conoscenza è un raccontare per farsi consapevolezza che nulla conosciamo perché tutto percepiamo nel mistero. 
Metafore e simboli sono la griglia di un intreccio che pone come incipit di questo viaggio il labirinto. Domandarsi è inutile. Le risposte non chieste arrivano sempre sia in principio sia alla fine che nel mezzo del viaggio.
Un viaggio che è esistenziale questo della Montella, ma si pone un percorso, dal punto di vista critico, che è quello letterario e antropologico. La citazione iniziale è una antropologia del voler essere tra il non domandarsi e il non aspettare risposte. Anche se ci sono cifre, ovvero date, giorno mese e anno, queste servono ad offrire una dimensione del non essere tempo ma dell’essere esistenza oltre il cronometro, come già scritto.
La domanda però che resta è “Dove mi trovo?”. Quindi una domanda esiste. Dove mi trovo? Dove si trova lo scrittore, il personaggio, l’essere della donna – scrittrice? Vana la risposta. I personaggi “sospirano” e restano archetipi di un viaggio tra il restare fermi e l’immaginare di camminare.
Sì, il tempo resta una Illusione. Ma intanto gli anni sono le ore del precipizio. Echi di canzoni, a cominciare appunto dal titolo, che sono tra le maglie della nostra vita e sono ricordi, frammenti di suoni, suoni che custodiscono un nostos che non è rimpianto ma acqua sorgiva che vediamo fluire dallo specchio e dall’oblò della nostra imbarcazione.
Una profonda radice biblica accompagna questo andare verso il simbolico vocabolario dell’esistere.  Perché tutto è un gioco e il gioco non è soltanto una ironia che si teatralizza, è, invece, teatralizzare il sogno che diventa passione.
L’Oriente in Anna Montella è una formazione in un esistere che diventa scrittura. La leggenda di una vita, direbbe Alvaro, è più della vita stessa. la metafora della farfalla è sublime come ha una elegante estasi tutta la sua scrittura.
Le canzoni ritornano con una fantasia che è un pensiero ricordante e tutti i racconti sono un intreccio tra le voci di una conchiglia e il rimbombare di un silenzio fatto di accenni lievi di musiche sino al “delirio” di vite che vedono la luce oltre i labirinti (gli ultimi racconti sono molto incisivi).
Una realtà che chiaramente supera le realtà.
Come il Leopardi accolto con la luna dei respiri che diventano di miele e il mare con il suo vento ha pirati in attesa. Un bel libro.
Anna Montella è una scrittrice originale e compie, nel suo immaginario che ha corde di marcate allegorie, un viaggio nel tempo trafitto dalla mancanza di tempo.

Nessun commento:

Posta un commento